Creta: isola da vivere con tutti i sensi. Tatto
Abbiamo circa 2 metri quadri di pelle, le antenne che ci aiutano a percepire il mondo, l’organo più esteso del corpo.
A Creta il tatto è sollecitato e appagato. Brucia sulla pelle il sole, il vento accarezza e a volte schiaffeggia, il mare avvolge e massaggia, punge il raki la gola, ammorbidisce il palato l’olio abbondante, le mani toccano la frutta anticipando la piacevolezza del morso.
Le pietre minoiche tramandano il loro passato, le rovine la loro saggezza, le fortezze veneziane la loro solidità. Tutto tocca, lascia un’impronta nel cuore.
E poi c’è lui, un ulivo di circa 3200 anni. Accarezzare il suo tronco nodoso e solido, sentire la linfa che scorre e vibra ancora dentro guardano le foglie danzare al vento è un’emozione bellissima, come lo è passeggiargli intorno ascoltando le sue storie silenziose. Vive sulle colline di Kavousi, un piccolo villaggio sulla strada che collega Agios Nikolaos e Sitia, è largo sui 6 metri di tronco e 10 di chioma. Intorno a lui ci sono i fratelli poco più giovani con le loro voci garbate. Da non perdere. Ha un animo generoso, le sue foglie sono preziose e abbondanti. Con alcune di loro nel 2004 è stata intrecciata una corona per la vincitrice della maratona ai Giochi Olimpici di Atene 2004, proprio come si faceva nelle Olimpiadi antiche.
Atena aveva vinto la gara col fratello Poseidone donando l’ulivo. E qui si sente che qualcosa di sacro viaggia fra terra e cielo. Un dono.



